HOMO FABER

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«Le pietre presero a perdere la durezza, a mitigare la rigidezza 

e, malleabili, ad acquisir forma. Poi quando si allungarono
ed ebbero in sorte più mite natura, si poté scorgere una
tal quale apparenza di figura umana, certo non evidente,
ma come il marmo appena sbozzato, simile in tutto a statue
incompiute. […] Perciò siamo stirpe pietrosa, provata alle
fatiche e o_riamo testimonianza da quale origine siamo nati».
Publio Ovidio Nasone, Le metamorfosi, I, v. 403-405/414-415.




Uomo e pietra sono uniti in un singolare destino da
un legame primigenio, eroico e tragico ad un tempo.
Da oltre duemila anni la roccia dura e pesante è
trasformata in artefatto, grazie ad un mestiere nobile,
intenso e febbrile; troppo spesso i protagonisti di tale
lavoro scompaiono dietro ai tratti sublimi dell’architettura
o dell’opera d’arte. Per una volta guardiamo alla poesia
e al dramma dei cavatori e degli scalpellini, alla loro pelle
indurita, alla fatica impressa sui loro volti impolverati,
ai loro muscoli contratti e alle loro mani forti e precise.
Nei profondi silenzi e nelle alte grida, nel balenare degli
sguardi attenti, nei rari sorrisi di queste maestranze,
troveremo un patrimonio antico e inestimabile fatto
di passione, intelligenza, forza e sensibilità. 

 
Ideazione
VISTO architectural workshop
progetto grafico e video
studiovisuale.it
 
con la collaborazione di
Veronafiere 
 
aziende partner
Budri
Essemarmi
Il Casone
Lithos Design
Pibamarmi
Serafini Luce